Si chiamano
Magic Babyet e vengono da Bologna, il che per Undertrack è un po un' espatriata, anche se in realtà è a Firenze che ho conosciuto il gruppo, in quel della Flog, durante le semifinali del Rockcontest, proprio di quest' anno, ebbene, io allora concorrente come loro, oggi (re)censore, mi trovo (a dire il vero un po' imbarazzarato) a giudicare il loro primo ep autoprodotto,
Nothing Seems what it is.
Ecco, verrò subito al punto, l' ep non è male, non è male affatto, ma dal vivo mi piacquero di più.
Francesca cantante e chitarrista in realtà è un personaggio molto eclettico, cha ha una gran voce (per davvero mammamia), sa suonare, e sa stare sul palco, questo è quanto. Il resto lo trovo un po' di contorno, e sa di "buona la prima!". Ovvero, le 4 canzoni contenute in questo disco sono carine, alcune più di altre, mi piacciono la prima, che propongo come singolo,
Hi man e la seconda
Mirror (messe forse non a caso in cima alla tracklist), si va da un solido rock
grungereccio targato anni 90 ad una ballad a due tempi molto dolce, sempre ascrivibile comunque a quel filone. Il fatto è che non riescono a travolgermi come vorrei che facessero, il suono non arriva mai alla saturazione, la carica non esplode e tutto rimane a metà strada tra la pura istintività e (ahimé) l' ovvio. Soltanto la voce riesce a tenere tutto insieme, a volte con fatica, altre più facilmente.
Ci sono diverse buone idee, ma in un progetto ambizioso non bastano, insomma potevano essere sfruttate meglio.
Giusto per fare un paragone mi ricordano altri due gruppi emergenti toscani, che godono di un certo richiamo, almeno qua, passati tutti e due dal rockcontest peraltro (i secondi due volte e la seconda proprio quest' anno, vincendolo), i
Baby blue (per i pezzi più lenti) e i
Kill the Nice Guy (per quelli più grunge), voci e suoni molto vicini. Beh questo è tutto, sono un po' dispiaciuto perché lo ripeto, vedendoli e sentendoli dal vivo mi erano piaciuti molto e trovando scritto sul retro del cd che la registrazione era stata fatta all'
alpha dept di Bologna con
Francesco Donadello (dei
Giardini di Mirò) alla produzione (beh del
suo in fondo si sente), sinceramente, mi aspettavo qualcosina di più.
Michele Baldini