Jean Paul Belmondo - Stick & Fun! (create your smalltown rockstar!) - 2007
Per descrivere i Jean Paul Belmondo mi richiamo al nostro Adriano nazionale. Questo disco è "una carezza in un pugno". Melodie dolci ma solo accennate, che rimangono ingabbiate in un impianto ritmico granitico. I bei fraseggi di chitarra mai distorti, così come mai del tutto puliti riescono a descrivere qualcosa di incompiuto, come se si trattasse di un pop lacerato da una sezione basso/batteria di matrice emo. La voce di Francesco prova a lasciarsi un po' andare su un giro in quattro quarti (J. W. was right), ma una pausa improvvisa o un cambio di tempo la bloccano in un sussulto. E così si riassume non solo uno stile, ma anche un mondo, un modo di essere, estremamente contemporanei, estremamente post.
Rabbioso senza cattiveria, Stick & Fun - Create your smalltown rockstar! (questo il titolo del lavoro) si vive con ansia, paradossalmente si balla pure, ma restando fermi, si vivono brevi emozioni, fughe bruscamente riportate al punto di partenza. Nella stessa canzone, per esempio Hipitour' s customer care si sentono echi di Giardini di Mirò e One dimensional Man, che convivono nei silenzi e nei dettagli, più che nella sovrapposizione di elementi.
Bellissima l' ultima traccia dell' EP, Summer of '94, una ballad malsana, a corto di manierismi e superfluità, così calda nell' anima eppure gelida in superficie, si potrebbe dire "un duro dal cuore tenero", in questo assolutamente in linea con l' attore che dà il nome alla band, se pensiamo al suo personaggio in film come A' bout de souffle (Fino all' ultimo respiro). E fino all' ultimo respiro è l' ascolto, in cui si nota un' ottima produzione aritstica di Francesco Taddei, che riesce nella sua essenzialità a restituire al disco una dimensione live, dove si sente quasi il sudore di chi suona. Un gruppo nel complesso estremamente credibile, made in italy duro e crudo, che nulla ha da invidiare a colleghi d' oltreconfine.
Rabbioso senza cattiveria, Stick & Fun - Create your smalltown rockstar! (questo il titolo del lavoro) si vive con ansia, paradossalmente si balla pure, ma restando fermi, si vivono brevi emozioni, fughe bruscamente riportate al punto di partenza. Nella stessa canzone, per esempio Hipitour' s customer care si sentono echi di Giardini di Mirò e One dimensional Man, che convivono nei silenzi e nei dettagli, più che nella sovrapposizione di elementi.
Bellissima l' ultima traccia dell' EP, Summer of '94, una ballad malsana, a corto di manierismi e superfluità, così calda nell' anima eppure gelida in superficie, si potrebbe dire "un duro dal cuore tenero", in questo assolutamente in linea con l' attore che dà il nome alla band, se pensiamo al suo personaggio in film come A' bout de souffle (Fino all' ultimo respiro). E fino all' ultimo respiro è l' ascolto, in cui si nota un' ottima produzione aritstica di Francesco Taddei, che riesce nella sua essenzialità a restituire al disco una dimensione live, dove si sente quasi il sudore di chi suona. Un gruppo nel complesso estremamente credibile, made in italy duro e crudo, che nulla ha da invidiare a colleghi d' oltreconfine.
a cura di Michele Baldini
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